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Ciclismo: Mirko Balzan, la maglia rosa e il superaramento del limite Mar, 20 ottobre 2015
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Vittoria nel Giro d'Italia paracycling per il trichianese



Sfida. Miglioramento. Superamento del limite e delle limitazioni. Passione. È la bicicletta, è la vita, è la bella storia di Mirko Balzan. Trent’anni compiuti lo scorso aprile, trichianese di Sant’Antonio Tortal, a diciotto anni Mirko è rimasto vittima di un incidente in moto che gli ha fatto perdere l’uso del braccio sinistro. Una limitazione importante per un giovane, limitazione che però non gli ha fatto venire meno la voglia di mettersi in gioco, di prefissarsi degli obiettivi, di tagliare traguardi sempre nuovi. Su strade locali ma anche nazionali e, perché no, internazionali nel settore paralimpico. Per compagna di sfide, la bicicletta.

 

Come inizia questa sfida?

« Il mio avvicinamento alle due ruote è iniziato dopo l’incidente del 2003 in seguito al quale ho perso l’uso del braccio sinistro. Per mia fortuna non ho mai perso la voglia di andare avanti e così dopo gli anni di riabilitazione, la passione per le due ruote mi ha portato a salire in bici, prima solo come sfida personale. Non credevo di farcela. Nel primo periodo, infatti, è stata dura, la fatica tanta. Però vedere i piccoli e continui miglioramenti mi ha stimolato a perseverare. E la passione è cresciuta e continua a crescere».

 

Gli inizi sono stati con le ruote grasse.

«Sì, nel 2010 ho acquistato una mountain bike, adattandola in qualche modo al mio handicap. A fine anno ho deciso che era tempo di passare all’asfalto ed ho acquistato la mia prima bici da corsa. Ricordo ancora la mia prima uscita, il 31 dicembre, con la neve a bordo strada … Ruote strette e manubrio basso, la paura c’era ma non mi sono arreso».

 

E nel 2011 le prime gare.

«A luglio l’esordio agonistico, con la Granfondo bellunese, tre ore sotto il diluvio. Condizioni difficili ma la gara passava anche davanti a casa mia e non potevo certo fermarmi. L’ho conclusa, con grandissima soddisfazione. E nel 2012 il numero di gare alle quali ho partecipato è aumentato. Mi sono dedicato soprattutto alla salita, partecipando di nuovo alla Granfondo bellunese ma anche alla Sportful Dolomiti Race, alla Granfondo del Prosecco e ad alcune gare Acsi. La crescita è continuata nel 2013, grazie anche alla collaborazione con 4Performance».

 

Il 2014 è stato il primo anno nel settore paralimpico.

«Sì, nella categoria Mc5, con tesseramento Fci. Un impegno portato avanti comunque parallelamente a alle gare con i normodotati. I sacrifici pagano ed i risultati iniziano ad arrivare in più di una competizione: ad esempio il secondo posto do categoria  alla Granfondo di Firenze o la medaglia di bronzo al Campionato Italiano mtb paracycling. Soddisfazioni che stanno arrivando anche in questo 2015, annata nella quale ho partecipato anche ala prova di Coppa del Mondo di Maniago».
E per il futuro?

«Per il prossimo anno il mio desiderio è di dedicarmi sempre di più al settore paralimpico, partecipando al maggior numero possibile di eventi nazionali e internazionali. Il livello è molto alto e perciò è necessaria la massima dedizione dal punto di vista del tempo e dei sacrifici necessari alla preparazione. Negli ultimi tempi ho avuto modo di avvicinarmi agli atleti ed ai tecnici della nazionale paralimpica e questo oltre a stimolarmi, mi ha dato modo di imparare da persone competenti e disponibili, dandomi un valido aiuto per crescere dal punto di vista sportivo ed umano. Il limite a tutti questi miei propositi attualmente è legato ai costi che tutto ciò comporta, costi per i materiali, ma soprattutto per le trasferte sul territorio. per questo sono alla ricerca di supporto, sia sotto il punto di vista di sponsorizzazioni che per quanto possa riguardare materiale tecnico».


Intanto ti godi un bel 2015.  A partire dalla maglia rosa conquistata al Giro d’Italia paracycling domenica categoria C5, assegnata a Milano, al termine della quinta e ultima tappa del circuito. Un circuito nato proprio nel 2015 in abbinamento con il più datato (l’edizione è la sesta) Giro d’Italia handbyke. 

«La mia partecipazione al Giro è nata quasi per caso» spiega Balzan. «La prima tappa si svolgeva all’autodromo di Imola e ho deciso di partecipare proprio per correre in un luogo mitico. Poi ci ho preso gusto e ala penultima tappa, quella di Bardonecchia, sono riuscito a indossare le insegne del primato che poi ho mantenuto a Milano, la tappa più partecipata, conquistandole in maniera definitiva. Tra le soddisfazioni del 2015 ci sono anche i due quinti posti (cronometro e linea) al Campionato italiano in Trentino, la medaglia d’argento ai Tricolori di mountain bike a Spilimbergo e la partecipazione alla prova di Coppa del Mondo di Maniago». 




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